Forse un giorno.

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A volte mi chiedo se siano possibili le seconde possibilità. Se non ci sia già del marcio in qualcosa che è andato male una volta, se non ci sia un difetto di fabbrica che possa inficiare ogni successivo tentativo di riparazione, in quanto le connessioni tra i pezzi non saranno mai ottimali. Lo sono state mai? Il fatto stesso di dover concedere una nuova apertura dopo una chiusura potrebbe esprimere l’intrinseca natura fallimentare delle seconde possibilità. Forse non sono possibili, forse non dovrebbero esistere, forse non esistono. Forse ci illudiamo che le cose possano davvero migliorare e stravolgersi, che il cambiamento possa essere motore, causa e conseguenza, di un riprovarci ancora. Concedersi un’altra occasione significa provare a cambiare qualcosa che non ci piace o ci ha fatto stare male, e andare avanti nella speranza che l’evento doloroso non si ripresenti o si presenti in forma attenuata, confidando nelle modifiche attuate dai soggetti affinché gli ingranaggi funzionino meglio o siano meglio oliati, affinché i miglioramenti permettano di verificare, con sollievo, che la seconda possibilità è stata una saggia decisione.

Eppure, qualcuno mi ha detto che il cambiamento non esiste e che le persone non cambiano… che solo adattamenti e aggiustamenti sono realizzabili, mere sovrastrutture su una base granitica e cristallizzata in se stessa. Se nullifichiamo il cambiamento quale variante introducente caratteri migliorativi dell’esistenza, allora anche il senso della seconda possibilità decade a priori. No? Sembrano elementi piuttosto intrecciati. Effettivamente studiando Psichiatria, la personalità è rappresentata dall’insieme delle caratteristiche psicologiche profonde dell’individuo, in parte inconsapevoli e sostanzialmente stabili e che pertanto non possono facilmente essere cambiate, caratteristiche che si esprimono in ogni aspetto della vita psichica e del comportamento e che vengono determinate da una componente eredo-costituzionale (temperamento) e una derivante dagli effetti delle relazioni interpersonali nel tempo (carattere). Il temperamento è la disposizione affettiva fondamentale e caratteristica di ognuno, disposizione di fondo che precede l’esperienza e che predispone ad essa e che rimane stabile nel corso della vita. Il carattere fa riferimento a quanto appreso nella vita esperienziale, le esperienze precoci in questo senso sono determinanti e modellano in modo definitivo il carattere, tuttavia sono possibili ulteriori modificazioni di quest’ultimo anche se limitate. Da questi concetti si evince che i margini di cambiamento sono così ristretti che di fatto di cambiamento non si può parlare. Ma non è l’adattamento esso stesso un cambiamento? E non è un cambiamento piccolo pur sempre un cambiamento che può essere mantenuto e fortificato con il tempo? Non è forse questo un grande equivoco semantico in cui ci si perde tra minuzie di definizioni e didattica accademica? O forse il cambiamento è una forza esterna generatrice di reazioni di adattamento? Allora cosa distingue i due elementi, soltanto una variabile di ordine temporale e una di ordine immanentista?

Senza cambiamento, l’evoluzione non sarebbe possibile. Nemmeno la crescita individuale, sociale e di specie. Nemmeno i rapporti interpersonali avrebbero ossigeno sufficiente per una vita dice-on-beach60
lunga e per un percorso condiviso verso un migliore benessere. Allora credo che credere faccia la differenza. Miglioramenti del carattere sono possibili nel momento in cui non ci si autolimita pensando il contrario. Credo che, realmente possibile o no, avere fiducia nel cambiamento ti avvicini di mille passi alle seconde possibilità. Che la natura fallimentare di queste venga abbattuta dalla natura umana e dai sentimenti che trascinano i venti e smuovono gli oceani. Si può scegliere di credere che le persone cambino e smettere di porsi troppe domande… Forse con il tempo, forse con difficoltà, ma forse un giorno ti sveglierai e ti sentirai una persona diversa e cambiata dalle esperienze. Forse hai concesso a qualcun altro una seconda possibilità, qualcuno che è accanto a te mentre ti svegli, e continueresti a farlo perché è questo quello che fa l’amore. Psichiatria o non psichiatria.

Forse un giorno, ci renderemo conto che la seconda possibilità non è altro che la memoria della prima possibilità, cercata e concessa perché istintivamente era la cosa che sentivamo di fare. Perché ci siamo innamorati: di una strada, di una persona, di una professione, di un posto. E daremo infinite possibilità a qualcosa di cui non si può più fare a meno. Forse un giorno capiremo che le seconde possibilità avvengono nel momento stesso in cui si decide di non mollare. Forse un giorno capiremo che la seconda possibilità non ha senso, ma un senso possiamo darglielo noi.

Forse un giorno.

👉Soundtrack (“Maybe Someday” – Sarah Walk)

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[Eng] Maybe Someday.

Sometimes I wonder whether second chances are possible. If there is not already something spoiled in something that once went wrong, if there is a manufacturing defect affecting any following attempt to repair, since the connections between pieces will never be optimal. Have they ever been so? If we need to allow a new opening after a closure, that might express the intrinsic disastrous nature of second chances. Perhaps they are not possible, perhaps they should not exist, perhaps they don’t. Maybe we delude ourselves that things can really improve and turn upside-down, that the change can be the engine, cause and consequence, of trying again. Give yourself another chance means to try changing something that we do not like or has made us sick, and move forward hoping the painful event won’t recur, or will do but attenuated, relying on modification made by the parties so that the gears work better or are better oiled, so that the improvements make it possible to verify, with relief, the second possibility was a wise decision.

Yet, someone told me the change does not exist and people do not change … only adaptations and small adjustments are possible, mere superstructures on a granitic base, crystallized in itself. If we nullify the change as variant introducing improvements, then also the meaning of a second chance degenerates a priori. No? These elements seem rather intertwined. Actually while studying Psychiatry, personality is represented by the set of deep psychological individual characteristics, partly unconscious and largely stable and therefore not easy to change at all, characteristics which are expressed in all the aspects of mental life and behavior and are determined by a component hereditary-constitutional (temperament) and a second one resulting from the effects of interpersonal relationships in time (character). Temperament is the basic emotional disposition, typical of each one: the underlying disposition preceding experience, preparing for that and staying stable throughout life. The character refers to what is learned in the experiential life, early experiences are crucial in this sense and shape the character permanently, however there is still further modification of the latter even if limited. This theory shows the room for change is so tight that in fact no one can speak of actual change. But is not the adaptation itself a change? Is it not a small change still a change that can be maintained and reinforced with time? Is not this a great semantic misunderstanding where you get lost in definition and academic teaching wasting your time with trifling details? Or maybe the change is an external force generating adaptive reactions then? So what distinguishes the two elements, only a temporal variable and an immanent one?

Without change, Evolution would not be possible. Not even the individual growth, social growth and species. Even interpersonal relationships would not have oxygen enough for a long life and a shared path to a better well-being. Then I believe that believing makes a difference. Improvements are possible when there is no self-limiting thinking the opposite. Really possible or not, I believe that having faith in change gets you a thousand steps closer to second chances. That the destructive nature of these is demolished by human nature and world-shaking feelings. You can choose to believe people will change and stop asking yourself too many questions … Maybe with time, perhaps with difficulty, but maybe someday you will wake up and feel a different person, changed by the experience. Perhaps you gave someone else a second chance, somebody who’s next to you while you wake up, and you would continue to do so because that’s what Love does.

Maybe someday, you will realize that the second chance is nothing more than the memory of the first opportunity, sought and given back again because we instinctively felt it was the right call. Because we fell in love: with a street, a person, a job, a place. And we would give endless chances to something which we can not do without. Maybe someday we will understand that the second possibility occurs when we decide not to give up. Maybe someday we will understand that the second possibility does not make sense, but a sense, we can make it. We can make it and create beauty.

Maybe someday.

15 comments

  1. P. · febbraio 19, 2018

    There is a house built out of stone
    Wooden floors, walls and window sills
    Tables and chairs worn by all of the dust
    This is a place where I don’t feel alone
    This is a place where I feel at home
    ‘Cause, I built a home
    For you
    For me
    Until it disappeared
    From me
    From you
    And now, it’s time to leave and turn to dust

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  2. alessialia · febbraio 26, 2017

    forse dipende sempre da come siamo noi disposti dentro… dalle nostre emozioni, se sono forti o meno… io poi credo che una scelta che ci sembra giusta ora non lo sarebbe in un altro momento… magari quella determinata possibilità non è stata sfruttata appieno e con la consapevolezza giusta, ma se torna, evidentemente è perchè deve tornare, ed essendo evoluti (non cambiati, ma cresciuti, altrimenti vorrebbe dire che siam stati dfermi), MAGARI STAVOLTA VA DIVERSAMENTE…
    mi ha fatto un po di malinconia…
    bel post, come al solito emozioni, tu!

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    • D. (Cercatoredifavole) · aprile 3, 2017

      La malinconia lascia residui quotidiani, mentre proviamo a far andare le cose nel modo giusto. E come dici tu, chissà magari qualcosa andrà diversamente. Grazie per il commento cara, parimenti emozionante. Un caro saluto!

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  3. chiaraya · gennaio 20, 2017

    Forse hai concesso a qualcun’altro una seconda possibilità , qualcuno che è accanto a te mentre ti svegli, e continueresti a farlo perché è questo che fa l’amore

    Forse un giorno capiremo che le seconde possibilità avvengono nel momento stesso in cui si decide di non mollare. Forse un giorno capiremo che la seconda possibilità non ha senso , ma un senso possiamo darglielo noi .

    ..sono parole emozionanti, grazie !!

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  4. ignoranteconstile · gennaio 18, 2017

    Il cambiamento avviene, inevitabilmente, e una possibilità sarà ogni volta differente dall’altra, perché comunque il trascorrere del tempo avrà modificato il nostro e l’altrui essere, in meglio o in peggio è un’altra questione ancora. Piuttosto è la percezione in noi di questo cambiamento che fa la differenza: se restiamo ancorati sempre e solo allo stesso modo di ragionare, di valutare, di esigere… ci parrà che nulla sia mutato e che ogni successiva chance, che ciascuna rinnovata opportunità, siano vissute tali e quali a quelle passate. In questo modo arriviamo perfino a stabilirne gli esiti finali, ma non perché in effetti sarebbe andata così, bensì perché noi abbiamo scelto preventivamente che giungesse a questo risultato.
    Ancorarci a ciò che siamo – temperamento e carattere – dà sicurezza, ma prendere in considerazione che l’esistenza fuori di noi, negli altri e nel mondo, sia un continuo divenire, ci concede quell’elasticità e quella malleabilità che rende la vita intensa, stimolante, in crescita continua. Personalmente mi sforzo di viverla in questo modo. Magari opinabile. Di essere un caso psichiatrico, dopotutto, son abbastanza consapevole 😉
    Grazie per i continui stimoli alla riflessione che sai offrire.
    Rarae margaritae.

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    • D. (Cercatoredifavole) · gennaio 26, 2017

      ..Rarae margaritae come i tuoi commenti! Grazie per il tuo passaggio, immancabile.
      “Soltanto gli stolti non cambiano mai idea”, e solo chi non ha voglia di volare rimarrà ancorato al se stesso più rigido e miserabile.

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  5. nerodavideazzurro · gennaio 17, 2017

    La seconda possibilità viene dal cuore (e di poi dal cervello), se una regola c’è dove le regole sono continuamente in evoluzione 😉
    Bravo, stupendo post.

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    • D. (Cercatoredifavole) · gennaio 24, 2017

      Grazie mille…! ☺️ Stupendo commento: un verso di poesia o un pezzo di canzone. O forse entrambe.
      E sì, come ben dici, la seconda occasione viene dal cuore

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  6. Phlomis68-Volpinablu-Antonella · gennaio 17, 2017

    Se ne vale la pena si’ benvenuta seconda terza quarta… possibilita’

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    • D. (Cercatoredifavole) · gennaio 24, 2017

      Assolutamente d’accordo! Peccato che c’è chi si erge a giudice e non concede mai il beneficio del dubbio o non considera le attenuanti… rimanendo cieco al fatto che ne valga la pena.

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      • Phlomis68-Volpinablu-Antonella · gennaio 24, 2017

        Anche qui sono pienamente d’accordo! E’ un vero peccato…

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  7. lamelasbacata · gennaio 17, 2017

    Forse sì, sta tutto nel volersi …….

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