Le stelle fuori posto.

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stelle_marine_26Mi infastidisce sentire le vite degli altri sgusciare da dietro la mia schiena. Le loro voci e il chiacchiericcio sfiorarmi le spalle. Mi disgusta tutto questo fermento che c’è intorno che mi scartavetra il fianco come acqua ghiacciata. Cammino e guardo i passi che non sono i miei, il sole che non tocca la mia testa e le buche della strada che non evito. Sono qui ma non sono qui. Ho lasciato me altrove.

Che cosa faccio, quando mi manchi?

Ci provo davvero a socializzare. A non isolarmi. Mi sforzo di mangiare il panino con gli altri, di ascoltare educatamente le loro riflessioni su qualcosa che non è affatto importante, ma li vedo accartocciarsi su se stessi. Sgretolarsi di pochezza. Parlare delle stesse cose, ridere su battute inutili, inabili nel conversare su altro, impegnarsi tanto con l’università, incapaci di andare oltre. Incapaci di andare altrove.

Che cosa faccio, quando mi manchi?

Sono fuori posto. Non voglio essere qui, ma ci sono, la mente vaga e il cuore è introvabile. Ho visto la foto della super Luna l’altro giorno, così grande e luminosa come una lampadina nella notte. Il cielo era più nero della pece ma un altro puntino luminoso brillava a caso in un angolo qualsiasi. Una stella persa, che non avrebbe dovuto essere lì e che invece si era trovata imprigionata nella foto, vibrava ad intermittenza, ignara di quanto cielo stesse illuminando. Semplicemente una stella fuori posto. Incapace di essere altrove.

Che cosa faccio, quando mi manchi?

Ci provo a concentrarmi, sai? C’è tanto che pesa sulle mie spalle. Vorrei che lo capissi. Che se i miei occhi non guardano i tuoi, allora sono fuori posto. Che se le mie mani rimangono inerti appese alle braccia, allora sono fuori posto. Che se le mie orecchie non accarezzano il tuo sorriso, allora sono fuori posto e tutte le altre voci sono solo ripugnanti rumori di sottofondo. Sei altrove, e nel mio petto non c’è niente.

Mi infastidisce sentire le vite degli altri sgusciar fuori da dietro la schiena, dispettose e irriverenti. Le loro voci e il chiacchiericcio sfiorarmi le spalle. Non voglio sentire queste voci, questi accenti, questa lingua; i suoni prodotti da queste bocche mi disgustano.
In realtà, l’unica voce che vorrei sentire è la tua. Di te di fronte a me, accanto a me, intorno a me, ovunque con me. Ma qui. Non altrove.

Che cosa faccio, quando mi manchi?

D.

👉Soundtrack (“Holland” – Novo Amor)

👉Pagina FB


[Eng] The misplaced stars, or the stars that are out of place.

It annoys me to feel the lives of other people sneaking out behind my back. Can’t stand their voices and the chitchat brushing up against my shoulders. It disgusts me all this turmoil around, that sands and scratches my side like freezing water. I walk and watch these steps that are not mine, the sun which does not touch my head and the potholes in the road that I do not avoid. I’m here but I’m not here. I left myself elsewhere.

What do I do, when I miss you?

I really try to socialize. Not isolate myself. I struggle to eat the sandwich with the others, to listen politely to their opinion about something not important at all, but I see them curl up on themselves. Crumbling because of nothingness and poverty. They don’t have what I have. Always talking about the same stuff, laughing at unfunny jokes, incapable of talking about something else, working hard just for university, unable to go further. Unable to go elsewhere.

What do I do, when I miss you?

I feel out of place. I do not want to be here, but I am, my mind is wandering and the heart can not be found. I saw the picture of the super moon the other day, so big and bright as a bulb in the night. The sky was darker than pitch but another bright spot was randomly shining in a random corner. A misplaced star, which should not have been there and instead she found herself trapped in the picture, vibrating on and off, unaware of how much sky she had lit up. Just one star out of place. Unable to be anywhere else.

What do I do, when I miss you?

I try to focus, you know? There’s a lot I’m going through. I wish you could understand. If my eyes do not look at yours, then they are out of place. If my hands are lifeless hanging loose, then they are out of place. If my ears do not caress your smile, then they are out of place and all other voices are only nauseating background noise. I’m not home. I need my star, but You are elsewhere, and there is nothing in my chest.

It annoys me to hear the lives of other people sneaking up behind my back, mischievous, irritating and disrespectful. Can’t stand their voices and the chitchat brushing against my shoulders. I do not want to hear these voices, these accents, this fucking language; the sound produced by these mouths just makes me disgusted.
The only voice I want to hear is yours. You in front of me, next to me, around me, everywhere with me. But here. Not elsewhere.

What do I do, when I miss you?

19 comments

  1. chiaraya · dicembre 19, 2016

    Molto bella , complimenti 😊

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  2. ignoranteconstile · dicembre 6, 2016

    Capisco appieno quanto scrivi, ci siamo passati tutti, chi più chi meno: quella sensazione di pochezza quando la persona amata non è al nostro fianco e ogni cosa appare vana e vacua.
    È struggente e piacevole allo stesso tempo riandare con il pensiero a chi vogliamo bene.
    Riuscire però a ritrovare negli altri, in chi ci circonda, del bello e del positivo, è comunque importante – a parer mio – come lo è il ritagliarci uno spazio nostro di autonomia dalle emozioni forti. Non per cinico disinteresse verso chi ci fa provare sensazioni forti e uniche, bensì per poi viverle – quelle sensazioni – senza una dipendenza che ne stravolge l’essenza perché totalizzante.
    Amare il mondo che ci circonda, apprezzare le voci e le vite degli altri, socializzare… non è sottrarre sentimento alla propria, coinvolgente relazione. È piuttosto un godere del quotidiano che poi ci farà apprezzare la giusta dimensione dell’amore straordinario che tanto ci manca. Una sorta di sereno allenamento.
    Ovviamente è soltanto un punto di vista, molto soggettivo. Ciascuno poi vive le esperienze come meglio si sente in cuor suo.

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    • D. (Cercatoredifavole) · dicembre 7, 2016

      Un punto di vista molto molto acuto. Razionale. Ragionevole. Auspicabile. Come sempre mi apri una finestra su qualcosa da considerare in aggiunta: sono totalmente d’accordo, e mi accoderei a questa linea di pensiero se solo fossi qualcun altro, una persona esterna. Però sono io, incastrato dalla dimensione totalizzante dei sentimenti e completamente in balia del maremoto di ciò che è possibile percepire, e delle complicazioni che questo comporta.
      Sarebbe bello sperimentare una volta tanto “il sereno allenamento”, in teoria è facile e giusto, ma in pratica… i vecchi detti a volte non sbagliano: tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Grazie per avermi illuminato con il tuo prezioso (che importa se soggettivo?) punto di vista!

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  3. alessialia · novembre 30, 2016

    eh… cosa fai quando ti manca… boh… che domanda…
    ma come sempre mi sono catapultata in questo tuo post…
    ho vissuto con te tutto cio che facevi mentre ti mancava…
    eh.. non sono solo gli amori a mancare… anche le amicizie..
    io le assenze le sento molto… uff…
    sbaciuzz!

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    • D. (Cercatoredifavole) · dicembre 2, 2016

      Certo. Anche i posti. Le emozioni. E le persone che non ci sono più. Uno dei più grandi misteri dell’essere umano è come possa essere in grado di cavarsela quando gli manca qualcosa o qualcuno. Non un bene materiale, ma una sfumatura che rende il giorno più completo e la vita più luminosa.
      A volte poi, possiamo sentire mancanza ma non assenza… insomma, discorso complesso 🙂 ma come al solito, grazie per il prezioso feedback! E speriamo di sentire meno mancanza possibile, hehe

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      • alessialia · dicembre 6, 2016

        E come al solito tu dritto al punto…
        Eh le.mancanze a volte ci coccolano… le assenze non giustificate fanno.male…
        Io sti gg.sto in una valle.di.lacrime…
        Qui col blog, e.mai avrei creduto potesse succedere, perche quando ho aperto.neanche sapevo cosa volese.dire…
        Dicevo ho incontrato delle persone.. e tra quelle 5 o 6 son entrate nel mio reale.. ma abitano.lontane e quindi.mi.manca proprio il contatto di un caffe o una chiacchierata… alcuni li ho conosciuti… come se fossimo.amici.da sempre…!!!
        Per le altre mancanze.. beh… eh..
        Buona giornata!

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      • D. (Cercatoredifavole) · dicembre 7, 2016

        La distanza in realtà non è assenza, quindi non è mai un ostacolo insormontabile per i veri affetti. Forza e coraggio cara 🙂 al dolore si resiste

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      • alessialia · dicembre 10, 2016

        Infatti si puo essere vicinissimi e mancare… al contrario distantissimi e sentirsi moltissimo! Grazie!
        Sbaciuzz!!!

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  4. tachimio · novembre 22, 2016

    …quando mi manchi guardo le stelle. Il loro brillare mi ricorda il tuo, la luce che sei per me. Ciao e buona giornata. Isabella

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  5. carpediem61blog · novembre 19, 2016

    “Non voglio essere qui, ma ci sono, la mente vaga e il cuore è introvabile…” cosí mi sento ultimamente. Mi si sono velati gli occhi : grazie. Stupenda anche la colonna sonora. Ti abbraccio, Cercatore 😊

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    • D. (Cercatoredifavole) · novembre 20, 2016

      Grazie di cuore Ross… Veliamoci gli occhi insieme e poi sbattiamo le palpebre per avere di nuovo visione nitida e chiara: la mente viaggia per tornare, e il cuore va sempre cercato.
      Un abbraccio anche a te:)
      Ps. Sì, traccia davvero meravigliosa, la sto ascoltando a ripetizione da giorni!

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  6. nerodavideazzurro · novembre 18, 2016

    Post molto profondo nel contenuto e ben scritto (imho). Per la soundtrack, grazie perché non conoscevo ancora questo autore (ricorda Bon Hiver).

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    • D. (Cercatoredifavole) · novembre 19, 2016

      Grazie mille carissimo. Di tutto. Sentito che bella traccia? Hai perfettamente ragione anch’io ho notato somiglianze con Bon Iver (un genere di musica che apprezzo come nessun altro)!
      Due domandine: che significa imho tra parentesi? Perdona l’ignoranza haha;)
      E… non scrivi da molto a quanto pare! Vuol dire che è un periodo felice per te?

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      • nerodavideazzurro · novembre 19, 2016

        Molto gentile. Rispondo alle tue domande:
        “Imho” sta per “in my humble opinion”;
        Sul non scrivere diciamo che un po’ non sento l’istinto di farlo e un po’ mi sembra di scrivere sempre le stesse cose per cui mi “autolimito” (se può dirsi), diciamo che il periodo è di riflessione “diversa”. E comunque – riprendendo pure l’argomento dell’altro tuo post- direi che la scrittura varia nello stile e nella fonte d’ispirazione anche in base al carattere dello scrittore più che l’argomento e/o il tono di quel momento personale… non saprei dirlo meglio adesso, perdona.
        Buona giornata.

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      • D. (Cercatoredifavole) · novembre 19, 2016

        Oh perfetto! Non immaginavo che fosse una sigla in inglese, ho imparato una cosa nuova 🙂 amo molto questa lingua e c’è sempre una novità che ti aspetta dietro l’angolo (sono maledettamente pieni di sigle e acronimi).
        Capisco bene cosa intendi, e certo non posso obiettare: il carattere di chi scrive e il modo in cui si approccia al mondo è sicuramente una delle basi per la fenomenologia della scrittura! Dovrei aggiungere questo punto al post, mi hai dato un’ottima riflessione. Perciò grazie, e buona giornata a te!

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  7. Phlomis68-Volpinablu-Antonella · novembre 17, 2016

    Cosa faccio qui quando mi manchi?
    Sopravvivo e mi tengo stretti i ricordi. Mi tengo stretto il suo ricordo al mio cuore.

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